Parco Nazionale Gran Paradiso

Mappa Parco Nazionale Gran Paradiso

Regioni:

Piemonte, Valle d’Aosta

Province:

Aosta, Torino

Comuni:

Aymavilles, Ceresole Reale, Cogne, Introd, Locana, Noasca, Rhêmes-Notre-Dame, Rhêmes-Saint-Georges, Ribordone, Ronco Canavese, Valprato Soana, Valsavarenche, Villeneuve

Superficie:

70.286 ettari

Sede del parco:

Torino
Via della Rocca, 47
Tel. 011 8606211 fax 011 8121305
E-mail:
turistico@pngp.it
Sito:
www.parks.it/
parco.nazionale.gran.paradiso

Logo Parco Nazionale Gran Paradiso

Cascata di Lillaz - Parco Nazionale Gran Paradiso


Il Parco Nazionale del Gran Paradiso, primo istituito in Italia (nel 1922), abbraccia un vasto territorio di alte montagne, fra gli 800 metri del fondovalle e i 4061 metri della vetta del Gran Paradiso. Boschi di larici e abeti, vaste praterie alpine, rocce e ghiacciai costituiscono lo scenario ideale per la vita di una fauna ricca e varia. Simbolo del parco è lo stambecco, scampato per miracolo all’estinzione, ma vivono anche altre specie animali come la marmotta, l’ermellino, il camoscio e l’aquila reale. L’ambiente è ricco anche di numerosi segni della presenza umana: 300 chilometri di mulattiere, case di caccia, le miniere di Cogne, borgate e alpeggi.

Carta d’identità gastronomica

Suddiviso in più vallate di due regioni, e confinante con il parco francese della Vanoise, il Gran Paradiso è in realtà un comprensorio alpino profondamente unitario. Tra gli opposti versanti di queste montagne, collegati da valichi percorribili – a piedi o a dorso di mulo – per gran parte dell’anno, i rapporti sono sempre stati intensi, più che con le relative aree di pianura. Per gli abitanti di Cogne, ad esempio, era normale recarsi all’alpeggio in Val Locana e frequentare il mercato di Cuorgnè, nel Canavese. Le tecniche produttive – di caseificazione e di salatura delle carni – sono quindi simili in tutta l’area del parco, con la differenza che in Valle d’Aosta danno origine a più denominazioni protette: tra i formaggi, sono Dop la Fontina e il Fromadzo. La consistenza del patrimonio bovino (prevalentemente di razza Pezzata Rossa), la fedeltà alla pratica dell’alpeggio e ai metodi tradizionali di lavorazione del latte, una lungimirante strategia di tutela degli enti pubblici spiegano la tenuta del settore caseario, che ha trovato nel turismo nuovi sbocchi di mercato. Fiorente anche la produzione di salumi: la mocetta è carne (di selvaggina, di capra, di vacca) conservata a pezzi interi, mentre tra gli insaccati spiccano il salame di patate e il boudin, sanguinaccio che le norme sanitarie hanno costretto a trasformare in una salamella a base di rape o barbabietole. Nella parte settentrionale dell’area protetta è presente la vite, nelle numerose varietà – locali e internazionali – che hanno fatto la fortuna dell’“eroica” viticoltura valdostana.






Pani Salumi Razze autoctone Formaggi Riso e Pasta
Ortaggi e Legumi Funghi e Tartufi Frutta Dolci Olio
Vino Liquori e distillati Conserve Miele Acque minerali
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