Parco Regionale dell'Adamello

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Strinù

Salsiccia di castrato e strinù

Ci sono due salumi molto particolari legati alla cittadina di Breno da oltre un secolo. Il primo è la salsiccia di castrato: “inventata”, secondo le testimonianze, da un tal Pietro Rizzieri alla fine dell’Ottocento. La ricetta nel 1922 è passata ai fratelli Pedersoli, che ne hanno iniziato la produzione su scala maggiore, facendola conoscere nei paesi della Val Camonica. A quel tempo si produceva esclusivamente con carne di castrato tagliata a punta di coltello su grandi ceppi di legno. Oggi la macinazione, effettuata dopo aver sgrassato la carne, si ottiene soprattutto con il tritacarne elettrico. L’impasto, a grana molle, è condito con una miscela di pepe tritato, spezie varie, aglio pestato nel mortaio e brodo di carne ottenuto bollendo per un’ora a fuoco lento tutte le ossa del castrato. Insaccata e confezionata, la salsiccia va cotta in acqua bollente non salata in una pentola senza coperchio per 10, 15 minuti. Si consuma subito, accompagnata da patate lesse, peperonata o purea di patate.
L’altro salume celebre della zona (prodotto da macellerie e da privati) è lo strinù, una salamella da mangiare cotta, il cui impasto è composto per il 70-75% da carne suina e per il 25-30% da pancetta. La concia è preparata con sale, pepe macinato, aglio, cannella, noce moscata, chiodi di garofano e vino. Tagliato nel senso della lunghezza, lo strinù fresco si distende su una lastra di pietra ollare o di metallo riscaldata a fuoco vivace; si fa rosolare bene sui due lati (da qui il nome di strinù, ovvero bruciato). Si può mangiare anche bollito, dopo averlo immerso per 20 minuti in una pentola d’acqua a fuoco medio.

Macelleria Pedersoli
Breno (Bs)
Via Garibaldi, 10
Tel. 0364 22317

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