Regione:
Sicilia
Provincia:
Catania
Comuni:
Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Castiglione di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Maletto, Mascali, Milo, Nicolosi, Pedara, Piedimonte Etneo, Ragalna, Randazzo, SantAlfio, Santa Maria di Licodia, Trecastagni, Viagrande, Zafferana Etnea
Superficie:
58.095 ettari
Sede del parco:
Nicolosi (Ct)
Via Etnea, 107
Tel. 095 821111 fax 095 914738
E-mail:
ufficiostampa@parcoetna.ct.it
Sito:
www.parks.it/parco.etna
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LEtna è uno dei maggiori vulcani attivi del mondo e il più elevato dEuropa (3323 metri). La sua attività ebbe inizio circa 600 mila anni fa in mare e le più disastrose eruzioni furono quelle del 1669, che investì Catania, e del 1928. Il territorio del parco, diviso in quattro zone a diverso grado di protezione, si estende dalla vetta del vulcano sino alla cintura superiore dei paesi etnei. La vegetazione si presenta stratificata a seconda delle quote: fino ai 1300-1400 metri prevalgono le colture (agrumi, olivi, mandorli e altri alberi da frutto), dai 1400 ai 2000 metri i boschi, più in alto ancora i pascoli.
Carta didentità gastronomica
Ciò che caratterizza nettamente lagricoltura dellEtna è la ricchezza della frutticoltura (per la qualità organolettica dei frutti e per la sopravvivenza di moltissime vecchie varietà). A partire dai pistacchi di Bronte unici al mondo per proseguire con le nocciole, le noci, i fichi dIndia, le fragole (a Maletto), le pere, le ciliegie, le mele (alle latitudini più alte, in particolare, ci sono interessanti aziende spesso biologiche che coltivano le antiche Cola e Gelato Cola). E appena sotto il parco, nella Valle del Simeto, si coltivano agrumi, pere e pesche (come lottima Tabacchiera, che nelle altre zone dItalia è stata ormai abbandonata). Il secondo capitolo che caratterizza questarea protetta riguarda i formaggi: in particolare i pecorini e le ricotte. Sono molte e in costante crescita le aziende a norma (con tanto di bollino CEE) che lavorano latte crudo offrendo produzioni di grande qualità. Se lallevamento è principalmente ovino, va tuttavia segnalata la sopravvivenza di una rara razza autoctona che prende il nome dal vulcano, la capra Argentata dellEtna. Ma non solo: cè una buona produzione di olio (parte del territorio del parco ricade nella Dop Etna) e unottima produzione di vino (Doc Etna). Meno importante la salumeria. Spesso le macellerie trasformano direttamente la carne, ma non cè una grande varietà di insaccati (tradizione più radicata nei vicini Nebrodi): soltanto salsicce e lo zuzzu (preparazione a base di frattaglie). Nel parco si produce miele (in particolare di castagno, di millefiori e di fico dIndia). Il cuore di questa produzione è il comune di Zafferana Etnea, che ricopre da solo unimportante quota del mercato nazionale. Infine la pasticceria, fatta di paste e di dolcetti molto semplici e strettamente legata ai prodotti del territorio, la frutta in particolare.
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