Vino |
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Etna DocMai come nel caso della Doc Etna, una denominazione non riesce a documentare lestrema variabilità dei vini che disciplina. Larea è chiaramente individua-bile: i comuni del Catanese, il cui territorio insiste sulle falde del vulcano. I vitigni sono pochi e soltanto quelli autoctoni: nerello mascalese e cappuccio o mantellato per i rossi, carricante e catarrato per i bianchi. Tuttavia i vini dellEtna forniscono uno splendido esempio di variabilità enoica. Grazie alle nuove tecniche di cantina e di viticoltura, ma soprattutto grazie alla straordinaria situazione pedoclimatica, dettata dalla presenza di unimponente montagna nevosa nel cuore torrido del Mediterraneo, lEtna. E dalla montagna è arrivato anche limprinting del terreno, quellimpasto di lava che è in grado di marcare fortemente tutto quello che su quello stesso terreno vegeta e fiorisce. Solo tre dei quattro versanti del vulcano sono vitati. In quello meridionale si trovano i vigneti più impervi, che in certe aree superano i 1000 metri daltitudine. È il caso della contrada Cavaliere, nel comune di Santa Maria di Licodia, dove si coltivano nerello mascalese, carricante e altri vitigni autoctoni ormai a rischio destinzione: pochissimi filari di nerello cappuccio e ancor meno di vesparola, una varietà precoce a bacca bianca. Salendo sul versante a est, le zone più vocate sono collocate nei comuni di Viagrande, Zafferana, Santa Venerina e Milo per il nerello mascalese e, sempre a Milo, in contrada Caselle, per il carricante. Infine il versante nord del vulcano, dove nascono i migliori rossi della zona etnea, perlopiù a base di nerello mascalese. I due comuni più vinosi sono Randazzo (dove si trovano ancora, in agro Gurrida, decine di vigneti di grenache noir, ossia lalicante di origine spagnola) e Castiglione di Sicilia, stretti tra le pareti del vulcano e la Valle dellAlcantara, con il relativo fiume che separa il Catanese dalla provincia messinese. Da qui nascono vini di forte carattere, dove il terroir, per dirla alla francese, si esprime in modo inequivocabile. Vini differenti, impossibili da catalogare con parametri univoci, difficili da raccontare: tutti da bere e in parte ancora da scoprire. |
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