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Formaggi |
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RicottaLa ricotta è un latticino diffuso in tutta la Sicilia, dove viene utilizzata in infinite preparazioni gastronomiche. Ma sui Nebrodi vive una sorta di tripudio di biodiversità. Qui infatti è prodotta ancora come ai tempi di Omero, utilizzando come innesto il lattice di fico. Il casaro ha i suoi alberi di riferimento da cui stacca i rametti che immerge direttamente nel siero o che diluisce in un decotto di acqua bollente che poi travaserà nella caldaia. La tecnica è piuttosto complicata, in quanto lefficacia del lattice è condizionatadal clima, dalla stagione, dal vigore vegetativo dellalbero: per cui il casaro ogni giorno deve decidere quantità di lattice e tempo di reazione. è certo però che con questa tecnica si ottengono ricotte assolutamente pure, molto personali (variano a seconda della mano del casaro) e che non hanno retrogusto di limone o acido o minerale. Tuttal più un piacevo-lissimo aroma erbaceo. Ma la variabilità non dipende solo dal lattice di fico: si fanno ricotte vaccine, pecorine e miste. Inoltre si fanno senza sale, da consumarsi fresche soprattutto in cucina o in pasticceria, oppure salate fresche e ancora salate destinate alla stagionatura, che diventeranno dure, quasi granitiche, buone da grattugiare sulla pasta. Sui Nebrodi si produce anche ricotta infornata la particolare tecnica di cottura della ricotta sia tenera e dolce, sia salata e destinata a un prolungato affinamento. |
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Provola dei Nebrodiè un tradizionale caciocavallo siciliano prodotto artigianalmente dai casari dei Monti Nebrodi, che si tramandano la tecnica di caseificazione di padre in figlio. Normalmente è di piccole dimensioni (da 1 a 1,5 chili), anche se alcuni produttori scelgono pezzature superiori, più idonee per stagionature prolungate. La forma è ovoidale, con la classica testina dei caciocavalli (utilizzata per legare le forme e appenderle). Si produce con latte vaccino coagulato con caglio di agnello o di capretto e poi filato gettando acqua calda sulla massa. Prima della filatura la pasta è manipolata a lungo: una tecnica simile a quella usata per impastare il pane, grazie alla quale il formaggio tende a sfogliarsi in bocca. Le forme hanno buccia liscia, lucida, di colore paglierino ambrato. Il sapore varia dal dolce al piccantino, con il progredire della stagionatura. è un ottimo formaggio da tavola, ma è anche utilizzato come ingrediente in alcuni piatti tipici. |
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Canestratoè un formaggio di latte misto vaccino-caprino, che viene riscaldato a 37 gradi, collocato in una tina di legno, addizionato di caglio in pasta e versato in canestri di giunco che danno una particolare modellatura alle forme. Queste sono pressate a mano, aggiungendo a volte grani di pepe o fiocchi di peperoncino. Quindi si procede alla scottatura a 80 gradi della cagliata, che andrà ad asciugare su tavolieri di legno. Il giorno dopo si sala a secco con sale marino, fino a quando il formaggio non ne assorbe più e si crea sulla forma uno strato di sale. I canestrati vanno poi in stagionatura in cantine o grotte naturali, dove restano per un periodo variabile a seconda del grado di affinamento che si vuole raggiungere. |
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