Regione:
Campania
Province:
Avellino, Salerno
Comuni:
Acerno, Bagnoli Irpino, Calabritto, Calvanico, Campagna, Caposele, Castelvetere sul Calore, Castiglione dei Genovesi, Chiusano San Domenico, Eboli, Fisciano, Giffoni Sei Casali, Giffoni Valle Piana, Lioni, Montecorvino Rovella, Montella, Montemarano, Montoro Superiore, Nusco, Olevano sul Tusciano, Oliveto Citra, San Cipriano Picentino, San Mango Piemonte, Santa Lucia di Serino, Santo Stefano del Sole, Senerchia, Serino, Solofra, Sorbo Serpico, Volturara Irpina
Superficie:
64.000 ettari
Sede provvisoria del parco:
Giffoni Valle Piana (Sa)
C/o Comunità Montana dei Monti Picentini
Piazza Umberto, 1
Tel. 089 866160 fax 089 866729
E-mail:
montipicentini@tin.it
Sito:
www.parks.it/parco.monti.picentini
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Territorio montano di notevole estensione, relativamente poco antropizzato, comprende la più vasta distesa forestale e il più ricco serbatoio di acqua potabile del Sud Italia. Due terzi dellarea protetta sono coperti da faggete, ma non mancano altre formazioni boschive. Tra i mammiferi vanno segnalati vari generi di chirotteri e roditori, la lepre e il cinghiale. Rari i carnivori; comune la volpe. Attualmente è presente il lupo, in via di estinzione in Italia. Si possono avvistare laquila reale, lastore e il falco pellegrino. Tra i rettili si trovano ofidi quali il biacco, il cervone e tra le vipere laspide. Il parco è stato istituito ma non sono ancora stati definiti i confini né nominati gli organismi direttivi.
Carta didentità gastronomica
Castagne di Montella e nocciole di Giffoni, questi due prodotti basterebbero, da soli, per definire larea dei Picentini interessante dal punto di vista gastronomico. Ma cè ben altro. In questarea, storicamente poco popolata, è sopravvissuta una pastorizia estensiva che si concretizza, nei due versanti del parco, in produzioni casearie di assoluto pregio: sopra tutte, mozzarelle di bufala, sul lato salernitano, e caciocavallo, sia Silano che Podolico, principalmente sul lato avellinese. Da menzionare anche la tradizione del formaggio pecorino che si perpetua nella zona di Bagnoli Irpino e Montella, legata allallevamento della popolazione autoctona di pecore Bagnolesi. Accanto alla pastorizia si segnala unattività di frutticoltura, per ora solo a livello familiare, che ha nelle varietà tipiche campane il suo punto di forza. La pera Spadona estiva, dalla forma allungata e dalla buccia color verde chiaro, è coltivata sui terreni collinari orientali dei Monti Picentini. Consumata prevalentemente fresca è ottima anche per la produzione di sciroppi, gelatine e confetture. Recentemente ha ottenuto la Igp la mela Annurca, una varietà campana pregiata coltivata anche nel territorio del parco. Già nota agli antichi e citata quale Mela Orcula da Plinio il Vecchio, la mela Annurca dopo la raccolta viene posta su giacigli di legno per un paio di mesi: inizia così il periodo di maturazione o arrossamento al termine del quale le mele hanno raggiunto la colorazione rossa e il giusto equilibrio tra il dolce e lacidulo che le caratterizza. Durante la permanenza nei melai le Annurche vengono girate e selezionate. Se la stagione è calda, per evitare che possano danneggiarsi, si coprono con frasche di castagno. La sera sono innaffiate perché non perdano buona parte dellacqua contenuta nella polpa.
Da rilevare, infine, la presenza nei comuni del parco di alcune delle realtà di punta della vitivinicoltura campana. Una Doc, la Fiano di Avellino, e una Docg, la Taurasi, coprono una parte del territorio dellarea protetta e le coltivazioni si situano su terreni posti nelle immediate vicinanze del parco.
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