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Pecora Pagliarola
Fino agli anni Cinquanta la razza ovina più diffusa sul Gran Sasso era la Gentile di Puglia, ma dinverno sui pascoli ad alta quota restavano tenute nelle stalle e nutrite di paglia le Pagliarole, che non seguivano i pastori transumanti verso la pianura e garantivano latte, carne, e lana alla popolazione stanziale per tutto lanno: la loro modesta produttività era compensata dai bassi costi di allevamento.
Oggi questa razza è praticamente estinta: ne restano una decina di capi, allevati a Santo Stefano di Sessanio e provenienti da Barisciano (Aq). La Pagliarola è di taglia medio-grande, ha profilo nasale leggermente convesso, orecchie di media lunghezza portate basse, vello semiaperto di colore bianco uniforme, muso, pancia e arti nudi, bargigli e campanelle nel collo come le capre. è una pecora molto rustica e frugale, che si accontenta del poco cibo reperibile sui pascoli innevati; ha una produzione media di carne e scarsa di latte.
Il prodotto caseario più interessante è la ricotta fresca, dove meglio si colgono i profumi e i sapori del latte di pecore nutrite per gran parte dellanno con lo straordinario assortimento di essenze pascolive del Gran Sasso. Tra le produzioni tradizionali, ormai limitate allautoconsumo, va ricordata la micischia o muscisca, specialità comune alla vicina Puglia, costituita da carne magra di pecora tagliata a striscioline, essiccata e conservata sotto sale anche per più di un anno e, spesso, affumicata.
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Francesco Coletta
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Santo Stefano di Sessanio (Aq)
Via Principe Umberto, 3
Tel. 0862 89438
Alleva gli ultimi 10 capi di Pagliarola.
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Cooperativa Monte Camicia
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Castel del Monte (Aq)
Via Rione Occidentale, 44
Tel. 0862 938225
Alcuni soci della cooperativa producono e stagionano micischia (carne secca) di pecora.
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